Spesso ci sentiamo porre la domanda: la donazione di sangue è compatibile con l’attività sportiva ?
Premesso che la donazione di sangue è un gesto che – qualora tutti i parametri di salute siano nella norma – non comporta alcuna problematica di salute, è doveroso distinguere tra attività fisica moderata e agonistica.
Per chi pratica sport (come il nuoto o la corsa) nel tempo libero, l’eventuale donazione di sangue intero suggerisce una giornata (al massimo due) di riposo.
Diverso è il discorso per chi pratica sport a livello professionistico o semiprofessionistico, con allenamenti quotidiani e competizioni ufficiali molto ravvicinate.
Sotto sforzo – infatti – soprattutto nei primi giorni dopo il prelievo, la diminuita capacità di trasporto dell’ossigeno (legato all’emoglobina dei globuli rossi) produce i suoi effetti sull’atleta: si avverte maggiore fatica e vi è un calo significativo della prestazione. Nelle 2-3 settimane successive alla donazione, per un atleta professionista è consigliabile: evitare nuove gare, monitorare la propria condizione fisica, evitare sforzi eccessivi e non pretendere le stesse performance precedenti la gara.
Per la donazione di plasma, invece, non esistono controindicazioni né per gli sportivi amatoriali né per quelli agonisti.
Non si avverte l’affaticamento o la riduzione della prestazione atletica, tanto meno la difficoltà a mantenere alti livelli di sforzi fisici, purché si abbia almeno l’accortezza di reidratarsi molto il giorno stesso e quello successivo alla donazione. Il consiglio, in questo caso, è quello di bere molto nelle 24-48 ore successive al prelievo di plasma.
Il plasma inoltre è di grande utilità e la donazione può rappresentare un buon compromesso tra la voglia di donare e un’attività sportiva agonistica.