Domande e risposte

Ho sentito parlare della sospensione dalle donazioni di sangue a causa del West Nile Virus, posso saperne di più in merito?

I donatori e le donatrici, qualora abbiano soggiornato anche solo per una notte nelle province nelle quali è stata segnalata la positività al West Nile Virus dal Centro Nazionale Sangue, dovranno osservare il perido previsto di esclusione temporanea dalla donazione di 28 giorni.

Per gli stati Uniti e il Canada il periodo di sospensione è di 28 giorni si applica tutto l’anno.

Donare sangue è dannoso per la salute?
Grazie all’accurata selezione per un adulto sano la donazione di sangue non comporta alcun rischio. Esistono precise disposizioni che regolano la raccolta del sangue:

  • La quantità del sangue che viene prelevata mediamente ad ogni prelievo è minima ed è stabilita per legge in 450 centimetri cubi +/- 10%.
  • Tra una donazione di sangue intero e l’altra devono trascorrere almeno 90 giorni.
  • La frequenza annua delle donazioni di sangue intero non deve essere superiore a 4 nell’uomo e a 2 nelle donne in età fertile.
  • I controlli e le visite periodiche effettuate a ciascun donatore prima di ogni donazione sono uno strumento di medicina preventiva, a tutela dello stato di salute generale del donatore.

Per le donne (già soggette alla perdite del ciclo mensile) donare sangue non è dannoso?
La donazione di sangue per le donne non ha alcuna controindicazione. Tuttavia in virtù delle perdite legate al ciclo mensile le donne in età fertile possono effettuare solo un massimo di due donazioni di sangue intero l’anno. Il monitoraggio costante della emoglobina, effettuata prima di ogni donazione, e del ferro, tutelano la salute delle donatrici. Le donne risultano essere particolarmente “adatte” alla donazione di plasma in aferesi che non incide assolutamente sui globuli rossi ed il ferro.
 
Bisogna essere a digiuno per donare sangue?
Il mattino del prelievo non è necessario essere a digiuno anzi è meglio fare una colazione leggera a base di frutta fresca o spremute, thè o caffè poco zuccherati, pane non condito o altri carboidrati. È importante non assumere latte o derivati del latte. Le donne che hanno in corso una terapia anticoncezionale non devono sospenderne l’assunzione quotidiana.

La privacy dei risultati delle mie analisi è garantita?
Il segreto medico e la legge sulla “Privacy”, che individua le “figure” responsabili al trattamento dei dati in questione assicura la massima discrezionalità e segretezza di tutti gli aspetti sanitari e dei risultati delle analisi effettuate.
 
Quali vantaggi ho ad iscrivermi all’Avis?
Un nostro slogan recita “donare sangue: una scelta per gli altri, una scelta per se stessi”. A livello individuale si ha la gratificazione morale di concorrere alla soluzione di un grave problema e l’orgoglio di appartenere ad una componente attiva del volontariato socio-sanitario, decisiva per la costruzione del sistema trasfusionale. Inoltre, donare regolarmente sangue garantisce al donatore un controllo costante del proprio stato di salute attraverso visite mediche ed accurati esami di laboratorio, eseguiti ad ogni prelievo.

Perché i donatori Avis sono “periodici”?
Perché l’obiettivo primario e fondamentale è la SICUREZZA. L’attività di AVIS è finalizzata a promuovere una donazione “sicura” del sangue e a rispondere efficacemente alle esigenze dei bisogni mirati e quindi programmati dei Servizi Trasfusionali, in funzione dell’obiettivo della “sicurezza”. L’AVIS annovera tra le proprie file solo donatori periodici cioè donatori che ad intervalli regolari si recano presso le strutture trasfusionali per donare il loro sangue.
A differenza dei donatori occasionali i donatori periodici sono molto controllati dal punto di vista medico, vengono costantemente sottoposti ad un’accurata visita e ad attenti controlli sul loro sangue e poiché la loro scelta di donare è libera, non condizionata da altri fattori come quelli emozionali, risultano molto più affidabili dei donatori occasionali. I donatori Avis sono inoltre anonimi, volontari non retribuiti, responsabili.
Il ricorso ai donatori periodici consente inoltre:

  • maggiore programmazione della raccolta del sangue
  • possibile “conversione” dalla donazione tradizionale di sangue intero a quella differenziata mediante aferesi
  • gestione anche delle situazioni di urgenze – emergenze
  • di effettuare educazione sanitaria e promozione della salute

Donando periodicamente, non corro il rischio di assuefarmi alla donazione, per cui alla fine donare diventa una necessità?
La donazione periodica non implica nessun processo di assuefazione nel senso scientifico del termine, ove per assuefazione si intende l’impossibilità di rinunciare alla pratica di determinati comportamenti (vedi assunzione di droghe), assumendo il termine, in questo caso, una connotazione negativa, che porti un danneggiamento psico-fisico per la persona. Nel caso della donazione di sangue esiste una regola di periodicità per garantire la sicurezza del sangue donato. Se la conseguenza a compiere questo atto di estrema solidarietà può essere quello di ripeterlo a scadenze regolari, questo non potrà che farci sentire meglio nel senso della gratificazione che si può provare nell’aiuto dato gratuitamente a qualcuno, avendo recuperato un valore umano prezioso.

Cos’è la donazione di plasma mediante aferesi?
Oggi è possibile effettuare diversi tipi di donazione: oltre a quelle tradizionale di sangue intero, si possono effettuare donazioni mirate (dette aferesi) cioè solo di alcuni componenti del sangue e, tra questi, il plasma. Nell’aferesi (termine greco che significa l’atto del “portar via”), attraverso l’uso di separatori cellulari, si ottiene dal sangue del donatore soltanto la componente ematica di cui si ha necessità (plasma, piastrine,…), restituendogli contemporaneamente i restanti elementi. Ciascun separatore cellulare centrifuga o filtra il sangue che defluisce da un braccio del donatore trattenendo il componente ematico necessario e restituendogli il rimanente. Si parla di plasmaferesi se si preleva solo plasma, di piastrinoaferesi se si prelevano solo piastrine, di plasmapiastrinoaferesi se si prelevano plasma e piastrine, ecc. Una volta raccolto, il plasma viene conservato diversamente dal sangue intero e dai concentrati di globuli rossi, essendo congelato (se a temperatura inferiore a – 30° C) può essere utilizzato per un periodo massimo di 12 mesi. Il sangue è composto per il 45% circa di cellule, la parte corpuscolata, e per il 55% circa di plasma, la parte liquida. Le funzioni del plasma sono numerose: mantiene costante il volume di sangue circolante, porta ai tessuti e alle cellule sostanze prevalentemente di tipo nutritivo e di regolazione (ormoni, vitamine), raccoglie tutte le sostanze di rifiuto derivanti dal metabolismo delle cellule e le elimina attraverso i reni e il sudore, interviene nei processi di difesa immunologica e nella coagulazione. La donazione in aferesi è totalmente sicura: avviene con kit sterili e monouso come la donazione tradizionale, ma può essere effettuata solo presso i centri trasfusionali: quindi, se vuoi diventare donatore di sangue in aferesi, contatta l’AVIS Comunale di Livorno.

Che cos’è l’autotrasfusione?
L’autotrasfusione è una procedura trasfusionale che consiste nel trasfondere al soggetto unità del suo stesso sangue e si realizza con una delle seguenti modalità:

  • predeposito
  • recupero perioperatorio
  • emodiluizione normovolemica

Il metodo più utilizzato è il predeposito, una tecnica trasfusionale con la quale si preleva il sangue dal donatore che sarà anche ricevente, per compensare le perdite di sangue che si possono verificare nel corso di interventi chirurgici programmati. Alcuni giorni prima dell’intervento vengono prelevate unità di sangue dal paziente, in fasi successive, fino a raggiungere la quantità prevedibilmente necessaria, in modo da consentirne l’eventuale utilizzo durante l’intervento operatorio o nel post-intervento.
I principali vantaggi dell’autotrasfusione sono:

  • eliminazione delle reazioni di incompatibilità
  • eliminazione del rischio di trasmissione di malattie infettive
  • riduzione del rischio di immunizzazione da antigeni diversi, con possibili manifestazioni a distanza
  • risparmio di sangue

Vorrei creare un gruppo di donatori di sangue nella mia azienda/scuola/parrocchia, cosa devo fare?
Basta raccogliere almeno 5 persone seriamente intenzionate a donare il sangue. I Gruppi sono disciplinati da un regolamento, che ti consigliamo di visionare. Poi chiama l’AVIS Comunale di Livorno e avrai tutti i dettagli: creare un gruppo è più semplice che spiegarlo!
 
Come viene utilizzato il sangue donato?
Per la loro funzione vitale il sangue e i suoi componenti trovano un ampio impiego terapeutico, vengono infatti utilizzati per la cura di numerose patologie e in alcuni casi di emergenza rappresentano un rimedio indispensabile per la salvezza della vita del paziente.
I componenti del sangue sono:

  • globuli rossi
  • globuli bianchi
  • piastrine
  • plasma (liquido costituito da acqua per il 90%, da proteine per il 6-8% e da elettroliti per il 2-4%)

Ogni componente ha un suo utilizzo specifico:

I globuli rossi
Grazie a una proteina in essi contenuta – l’emoglobina – i globuli rossi svolgono un’importe funzione vitale: trasportare l’ossigeno dai polmoni ai tessuti. Vengono trasfusi in caso di grave anemia conseguente a:

  • leucemie
  • tumori solidi
  • emorragie acute
  • interventi chirurgici
  • difetti congeniti come la talassemia

Le piastrine
Intervengono per prime nel processo di emostasi: depositandosi sul vaso leso, formano un aggregato che arresta la fuoriuscita di sangue. Vengono trasfuse in caso di riduzione numerica conseguente a:

  • leucemie
  • tumori solidi

Il plasma e i suoi derivati
Il plasma, congelato subito dopo il prelievo e scongelato al momento della trasfusione, viene utilizzato in casi rari, ma di estrema gravità clinica come deficit di fattori della coagulazione. I farmaci plasmaderivati (albumina, immunoglobuline generiche e specifiche, fattori della coagulazione) sono, invece, il risultato della lavorazione industriale del plasma e costituiscono, in alcuni casi, dei farmaci salvavita. Le principali indicazioni sono:

  • emofilia
  • malattie del fegato
  • deficit immunologici
  • profilassi delle infezioni (come tetano ed epatite B)

È possibile fare domande o ritirarsi anche durante la donazione?
Il donatore in ogni momento può chiedere ulteriori chiarimenti: il personale dell’AVIS in Sede e/o quello presente ogni mattina al Centro Trasfusionale ed il personale del servizio trasfusionale forniranno al donatore tutte le informazioni relative all’attività di donazione. Il donatore, dopo aver preso tutte le informazioni che ritiene necessarie, è libero di ritirarsi o di rinviare la donazione in qualsiasi momento e può decidere se giustificare o no la sua scelta. In caso di donazione iniziata o incompletata, l’unità sarà eliminata. È preferibile, comunque, chiarire con il medico il motivo della propria decisione.
 
Cosa devo fare se scopro di avere una malattia dopo aver donato sangue?
Esiste il rischio che il donatore doni in un momento in cui la presenza di un agente infettivo non sia rilevabile ne’ clinicamente ne’ laboratoristicamente (periodo di incubazione, periodo di finestra diagnostica). Questo vale per le epatiti virali e per l’infezione da HIV, ma anche per altre malattie (morbillo, varicella, mononucleosi) che possono diventare pericolose se trasmesse a soggetti immunodepressi, quali malati ematologici e oncologici. Pertanto è importante che il donatore comunichi tempestivamente all’AVIS, o al centro trasfusionale, eventuali malattie insorte nei giorni successivi alla donazione per consentire al personale del Servizio Trasfusionale di prendere i provvedimenti del caso: eliminazione dell’unità donata se ancora disponibile, controllo e monitoraggio del donatore e del ricevente.
 
Non posso donare il sangue, ma vorrei comunque essere utile all’AVIS: cosa posso fare?
Anche se per qualche motivo non ti è possibile donare il sangue, puoi fare molto per aiutarci: piccoli gesti di poco, ma prezioso, impegno, oppure un volontariato più intenso. Ad esempio, se non puoi donare in prima persona, prenditi l’impegno di farlo fare a qualcun’altro al tuo posto: un amico, un parente, il partner, un figlio, un collega, ti ascolterà sicuramente. A questo punto il gioco è fatto: fagli compilare la domanda di adesione all’AVIS e accompagnalo al centro trasfusionale. Vedrai, dopo aver donato, ti ringrazierà! E quindi… via con un altro amico! Perché i donatori sono come le ciliegie: uno tira l’altro!
Se, invece, hai del tempo da dedicare all’AVIS, fatti avanti: ti aspettiamo a braccia aperte! Infatti l’AVIS (lo dice il nome stesso) è un’associazione di volontari, persone che si impegnano quotidianamente per raggiungere lo scopo di aumentare le donazioni di sangue. Per fare questo i nostri volontari si impegnano in diverse mansioni. Ce n’è per tutti i gusti: il volontario in AVIS è il cuore ed il motore dell’associazione, per questo è anche continuamente aggiornato, un “volontario-professionista”.

Quali sono le fonti di finanziamento di AVIS?
L’AVIS è una associazione di volontari: nessun socio impegnato nell’associazione a qualunque titolo e con qualunque funzione, percepisce compensi. Sono stipendiati invece i dipendenti che svolgono un lavoro permanente nell’associazione. L’Avis sostiene economicamente la propria azione (spese per la promozione della donazione, per l’invio dei donatori alle strutture Trasfusionali e/o per la raccolta diretta delle unità di sangue, ecc.) con i rimborsi, stabiliti da un decreto ministeriale ed erogati, per convenzione, dalle Aziende Sanitarie e/o Ospedaliere. Altre fonti di finanziamento sono costituite da contributi di Enti Locali e donazioni private. Come previsto dalla legge sul Volontariato n. 266/91, tutti i volontari sono assicurati.

Quali vantaggi ho ad iscrivermi all‘AVIS?
Un nostro slogan recita “donare sangue: una scelta per gli altri, una scelta per se stessi”. A livello individuale si ha la gratificazione morale di concorrere alla soluzione di un grave problema e l’orgoglio di appartenere ad una componente attiva del volontariato socio-sanitario, decisiva per la costruzione del sistema trasfusionale. Inoltre, donare regolarmente sangue garantisce al donatore un controllo costante del proprio stato di salute attraverso visite mediche ed accurati esami di laboratorio, eseguiti ad ogni prelievo.

Ogni anno sento parlare di carenza estiva, ma non ci pensano i donatori?
La carenza di sangue nei mesi estivi è purtroppo un dato di fatto: in Italia in questi mesi, ma sempre più anche nel corso dell’intero anno, si rilevano forti diminuzioni nella raccolta di sangue mentre il bisogno di emocomponenti rimane stabile. La partenza per le vacanze contribuisce a interrompere i consueti flussi di raccolta. E’ necessario quindi disporre di un adeguato numero di donatori periodici sui quali poter contare tutto l’anno, festività e vacanze comprese. Per questa ragione AVIS, da anni ha avviato un’attività di sensibilizzazione per cercare di garantire l’afflusso dei donatori a intervalli regolari presso le strutture trasfusionali, e ridurre il ricorso alle donazioni occasionali e sostitutive.

È vero che la carenza di sangue minaccia l’applicazione della legge sui trapianti?
La nuova legge sulla donazione degli organi riconosce che, in mancanza di dichiarazione contraria, tutti i cittadini italiani sono potenziali donatori. Il numero di trapianti sull’intero territorio nazionale dovrebbe così incrementare. Ma questa legge potrebbe non produrre i risultati sperati se in Italia non aumenteranno le donazioni di sangue e non sarà potenziata la rete trasfusionale pubblica. È gravissimo che la carenza di sangue minacci l’effettiva applicazione di questa legge. La disponibilità all’espianto tenderà a crescere in maniera progressiva, ma è prevedibile che troverà difficoltà scontrandosi con la mancanza di scorte necessarie a fronteggiare l’aumento degli interventi chirurgici di trapianto.

Qual è il rapporto tra donazione di sangue e rischio di infezioni da malattie virali?
La trasfusione di sangue è un mezzo terapeutico indispensabile, ma non a rischio zero. Attraverso il sangue possono essere infatti trasferiti, dal donatore al ricevente, agenti biologici come i virus delle epatiti virali di tipo B e C, e il virus HIV responsabile dell’AIDS. Per la trasfusione di sangue intero o di emocomponenti, la qualità e la sicurezza dei prodotti dipendono essenzialmente dall’accurata selezione dei donatori, dal loro controllo, dall’esecuzione dei test più sensibili per individuare le patologie trasmissibili, dal buon uso del sangue e dagli standard di sicurezza di cui il servizio trasfusionale è dotato. Per la trasfusione di emoderivati sono molto importanti altri fattori (la provenienza del plasma e i procedimenti impiegati dall’industria sia per la produzione di emoderivati che per l’inattivazione virale degli stessi (high driver, solventi, detergenti). L’uso di sangue a pagamento, oltre che per problemi etici, deve essere rifiutato perché aumenta il rischio trasfusionale; in Italia è perseguibile per legge in base all’art. 17 L. 107/90. Il rischio è più basso laddove il prelievo venga effettuato su popolazioni controllate, in centri igienicamente sicuri e con tecnologie adeguate (Direttive del Consiglio d’Europa).